Il Direttore racconta: intervista a David Foschi dell’Hotel Bernini Palace | Hotel Bernini Palace - Hotel 5 stelle lusso
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Il Direttore racconta: intervista a David Foschi dell’Hotel Bernini Palace

Il Direttore racconta: intervista a David Foschi dell’Hotel Bernini Palace

Esperienze

Mer, 23/03/2022 - 10:00

David Foschi, direttore Hotel Bernini Palace

Dietro le quinte del 5 stelle di Firenze c’è una figura sempre presente, quella del Direttore, colonna portante della struttura. David Foschi racconta i segreti della sua professione, tra trucchi del mestiere e aneddoti.

Si ricorda il suo primo giorno come Direttore del Bernini Palace Hotel?

Certamente, era il 1° gennaio 2011. Diventare Direttore è stato il coronamento di un lungo percorso, sono cresciuto professionalmente al Bernini, per me è casa. Sono stato avvertito qualche settimana prima dal Sig. Franco Vanetti, General Manager del Gruppo Duetorrihotels, la nuova proprietà. Quando mi ha annunciato la novità ho provato una grande emozione e soddisfazione. Era un periodo decisamente impegnativo, al momento dell’ingresso del Gruppo una parte sostanziosa del management aveva lasciato l’hotel ed io, come Room Division Manager, ero il più alto in carica tra le persone rimaste. Non esistevano più orari, lavoravo dalle 8 del mattino alle 10 di sera. È stato faticoso ma anche molto emozionante. Questa promozione non l’ho mai considerata un punto di arrivo, quanto piuttosto una nuova partenza. Una fonte di orgoglio, una responsabilità, una sfida permanente, che accetto con gioia. 

Quali sono le lezioni più importanti che ha imparato durante la sua carriera?

Ho imparato che ogni giorno è diverso dall’altro, questo lavoro non è mai scontato. Occorre una mentalità aperta, perché le sorprese saranno costanti, ed è anche questo il bello del mio lavoro: impossibile annoiarsi. Questa esperienza mi allena perennemente ad accettare le sfide, soprattutto quelle che riguardano le relazioni umane, e quindi la ricerca della piena soddisfazione della clientela. Ma la lezione più importante riguarda la capacità di fare squadra. In hotel siamo circa in 40, qualcuno di più in alta stagione. Lavoro con persone anche giovani, ma che hanno già un’anzianità di servizio di almeno 10-15 anni e spesso sono stato al loro fianco come collega, dal momento che ho ricoperto ruoli diversi. So con quanta passione lavorano, riconosco il loro valore e mi fido completamente delle loro capacità. All’interno dell’Hotel si è creato un vero legame anche tra reparti differenti, e questo agisce da collante. Si crea un’atmosfera cordiale e spontanea che gli Ospiti percepiscono e apprezzano, ritrovando le stesse persone di anno in anno. 

Qual è la sua stanza o spazio preferito in Hotel?

Sicuramente non è il mio ufficio che per me è una sorta di deposito di materiali, preferisco di gran lunga spostarmi in Hotel e restare a stretto contatto con lo Staff. Forse il mio luogo preferito è l’angolo del Lounge Bar dove ogni tanto mi soffermo, specialmente al momento dell’aperitivo; a quell’ora fuori è buio ed i riflessi luminosi delle lampade rendono l’atmosfera vibrante e suggestiva e sembra prendere vita animata dalla presenza e dalle voci dei Clienti magari accompagnata dalla musica del pianista. Mi piace moltissimo anche la sala colazioni “risorgimentale”, ovvero la Sala Parlamento: qui, dove si riunivano i parlamentari negli anni di Firenze capitale del Regno d’Italia, si sente davvero il passaggio della storia. Il passato rivive attraverso i tondi affrescati con i volti dei protagonisti di quell’epoca e sembra di essere in un museo dove i Clienti cominciano la loro giornata facendo colazione. Anche dopo tanti anni non riesco ad abituarmi a questa meraviglia. 

Qual è il ricordo a cui è più legato? 

Ricordo come se fosse ieri come sono entrato a lavorare in hotel, avevo appena 21 anni. All’epoca facevo il cameriere in un locale molto chic di Firenze, e quando si è aperta una posizione simile al Bernini mi sono presentato e ho ottenuto l’incarico. Ma ho chiesto al Direttore dell’epoca l’opportunità di lavorare al Ricevimento, qualora se ne fosse presentata l’occasione. E così, quando mesi dopo si liberò un posto come turnante alla Reception, ho accettato con entusiasmo, anche se per anni si trattava di lavorare anche la notte. Da allora sono trascorsi ben 37 anni. 

Nel corso degli anni molti personaggi famosi hanno soggiornato in Hotel, qual è quello che l’ha colpita di più?

Ho avuto il privilegio di incontrare tanti personaggi, e con qualcuno ho condiviso momenti davvero preziosi. Sono un grande appassionato di musica, e non dimenticherò mai quando abbiamo accolto i Simple Minds. Ho chiacchierato con loro – in particolare con il cantante Jim Kerr e il chitarrista Charlie Burchill – di musica, dischi e concerti. È stato emozionante anche ospitare l’arcivescovo di Costantinopoli Bartolomeo I, capo spirituale di tutti i cristiani ortodossi, ha occupato un piano con il suo entourage. Mi ha fatto dono di una croce d’oro ortodossa, che custodisco gelosamente. Infine, fin da ragazzo, al Bernini, ho avuto la fortuna di incontrare attori che hanno fatto la storia del cinema italiano, Mastroianni, Sordi, Gassman, Tognazzi, figure indimenticabili. 

Qual è la giornata tipo del Direttore del Bernini Palace Hotel?

Devo fare una premessa: sono sempre reperibile, in caso di problemi mi possono telefonare a tutte le ore. La mia giornata inizia presto, alle 8 di mattina sono in Hotel, arrivo al Front Office e mi informo con i segretari sul flusso degli Ospiti e l’occupazione delle camere, passo dal reparto Booking ancora prima che inizino a lavorare gli addetti alle prenotazioni per controllare la posta elettronica. Poi passo dal reparto colazioni, in Amministrazione, nei vari reparti, confrontandomi con i capiservizio e con lo Staff in generale. Mi muovo molto, cerco di essere attivo e se occorre cerco di dare una mano a tutti, compresi manutentore e facchini. L’unico momento della giornata che apprezzo di meno riguarda le pratiche burocratiche, che sono un obbligo da ottemperare, ma nulla mi dà soddisfazione come il contatto diretto con le persone.  

Il Bernini Palace Hotel è un punto focale di Firenze. Secondo lei qual è il suo ruolo nella città? Qual è il rapporto dell’Hotel con i cittadini?

Rispetto ad altre strutture abbiamo la fortuna di trovarci in una posizione più unica che rara, di fianco a Palazzo Vecchio. È il cuore di Firenze e dei suoi gioielli culturali e architettonici. Tutti i fiorentini sanno dove ci troviamo, e pensano al Bernini Palace con una sorta di rispetto reverenziale, anche per la sua storia che si intreccia indissolubilmente con quella della città da 270 anni. Il mio sogno è proprio quello di raccontare questa storia, fare entrare i fiorentini nell’Hotel. Grazie ad una mia amica storica dell’arte, che avendo accesso agli archivi storici ha svolto una ricerca molto approfondita sul Palazzo che ospita l’Hotel Bernini pubblicata poi in un libro, ho pensato di far stampare un estratto che riguardasse soltanto il nostro Hotel, un testo ricco di notizie e aneddoti che doniamo agli Ospiti e ai Fiorentini, ad Enti e Associazioni, alle Autorità cittadine. Il Bernini Palace è membro dei Locali Storici d’Italia e degli Esercizi Storici e Tradizionali Fiorentini, e talvolta organizziamo visite guidate all’interno della struttura che registrano una buona partecipazione. 

Quando viaggia cosa nota di più nelle altre strutture alberghiere? 

Amo partire verso l’avventura, viaggiare in luoghi particolari, esotici, con caratteristiche uniche, e per soddisfare questo mio desiderio mi adatto a strutture di ogni tipo, dal 5 stelle all’albergo più umile. Approfitto di queste occasioni per “rubare” idee e suggerimenti applicabili anche al Bernini, ogni viaggio apre la mente ed è un’occasione per imparare. Non sono un cliente difficile ed esigente, per deformazione professionale però osservo ogni particolare, ma nelle strutture di un certo livello presto attenzione soprattutto alla pulizia
 
 

 

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