Tanto di cappello: una chicca del Bernini Palace di Firenze
Stile
Mer, 15/05/2024 - 11:00
Particolare del fregio presente nella hall dell’hotel
Al Bernini Palace, prestando attenzione ai dettagli, si può scoprire il passato della città. Basta saper cogliere gli “indizi” per imbattersi in storie minori, piccole curiosità cariche di fascino. Oggi, ad esempio, indaghiamo sulle stravaganti teste di donna visibili nella lounge. Si parte da qui per viaggiare a ritroso nel tempo, inseguendo una scia di cappelli, produzione cittadina.
Accessori cult dell’800: il cappello
C’erano una volta i cappelli a Firenze: quelli di paglia, produzione locale, simili a quelli che ammiriamo nei quadri di Renoir – come il celebre “La colazione dei canottieri” – e di altri impressionisti, e poi i copricapi alla moda di Parigi e Vienna, fonte di ispirazione per le modiste, accessori di culto per la crescente borghesia cittadina. Il cappello di Firenze è il simbolo di un’abilità artigiana strettamente legata al territorio. Ad inizio ‘700, nelle campagne circostanti, i contadini coltivavano un particolare frumento che forniva paglia di alta qualità, poi intessuto da un esercito di trecciaiole – negli anni d’oro, almeno 80.000. Nelle botteghe del centro i cappelli di paglia erano esposti insieme ai copricapi di moda, da uomo e da donna. Tutto questo in una città da secoli legata a una tradizione artigiana fatta di corporazioni e mestieri: nel ‘300-‘400 i cappellai di Firenze appartenevano alla prestigiosa Arte della Seta, insieme, ad esempio, a setaioli, cuffiai, farsettai, berrettai, materassai.
Particolare del fregio presente nella hall dell’hotel
Le teste del Bernini
L’arte di fare cappelli, a Firenze, è stata così importante da dare impulso a un’economia fiorente, legata alle botteghe dove i modelli erano esposti. Anche in luoghi “imprevedibili”, come la hall del Bernini Palace: si tratta di un capitolo poco noto della storia dell’hotel, raccontato dalla storica Cristina Sirigatti nel primo volume di L’artista. Critica delle Arti in Toscana. Basta varcare la soglia e guardare in alto, dove le pareti incontrano il soffitto. In un fregio si possono ammirare 13 teste femminili e una maschile, acconciate con curiosi copricapi, che sembrano osservare la sala. Ogni testa ha una fisionomia e un’espressione unica. Facciamo un passo indietro: dove trova posto la Hall, nella seconda metà dell’800 si trovava, associata all’hotel, un caffè, noto in alcune guide dell’epoca come Stupani del Parlamento (riferito agli anni di Firenze capitale del Regno d’Italia), e successivamente Gran Locanda. Risale a quel periodo il fregio destinato a decorare, appunto, il caffè dell’albergo, oppure, secondo fonti orali un negozio-laboratorio di modisteria, o allestimento di una mostra di cappelli. Un tipico luogo della “nuova Firenze”, che aspirava a un’eleganza sul modello europeo.
Sono in gesso policromo, e mostrano una varietà di stili che si possono anche ammirare nei dipinti dell’epoca, opera dei Macchiaioli: una toque in stile Marquise con la piuma svettante e a punta, come nella Rotonda dei Bagni Palmieri di Giovanni Fattori, o cappelli a piccole falde, come tricorni, con piuma vaporosa o uccellino impagliato – gli stessi della contessa interpretata da Alida Valli nel film Senso di Luchino Visconti. Non mancano una “paglia”, che poteva essere di Firenze ma anche inglese o di Bruxelles, un pesante cappuccio che sembra fatto a maglia, un basco bordato di pelliccia, una calotta rigida, con alta fascia di tessuto, vagamente coloniale. Oggi le teste fanno da cornice a una location elegante e pervasa da una piacevole atmosfera, accanto al Lounge bar e alle sue bottiglie pregiate e alla grande scala in pietra serena, recentemente ristrutturata.